Problemi di rendimento con manifestazioni astenopiche
Con il termine astenopia (deriva dal greco asthenès-debole e ops-occhio) si definisce una serie di disturbi nevralgici e vestibolari che hanno come sintomo principale il mal di testa spesso tempiale o frontale, parietale, orbitale, peri-orbitale, supra-orbitale, occipitale che si presenta con frequenza e più spesso dopo lavoro cognitivo o impegno scolastico. Altri sintomi possono essere:
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fatica oculare, fotofobia
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dover leggere più volte la stessa pagina per ricordare, per capire
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distrarsi frequentemente
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lacrimazione degli occhi quando si legge o si lavora al computer
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saltare il rigo nel leggere
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andare fuori rigo
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visione annebbiata (si impiega un po’ di tempo per vedere nitido e quando si passa dal guardare la lavagna leggere sul quaderno (e viceversa))
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bruciore
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prurito
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pesantezza oculare
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senso di calore
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sentire l’occhio tirare
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avere nausea e vedere tutto appannato a tratti
Questi soggetti, spesso bambini, non riescono a mantenere a lungo l’attenzione. I disturbi vestibolari si manifestano invece con senso di stordimento, vertigini, mal di movimento, agorafobia e si rilevano spesso in soggetti che utilizzano molto la visione centrale e poco utilizzo della visione periferica .
Questi problemi sono spesso presenti in soggetti che ad un normale esame visivo non presentano difetti visivi e hanno un ottimo visus e quindi non ricevono aiuto. Tutti gli altri esami medici hanno dato esito negativo.
Ma il soggetto ad una attento esame optometrico presenta una distanza di lettura (REVIP) molto ravvicinata agli occhi, rispetto a quella che in Optometria viene chiamata “distanza di Harmon modificata” (distanza fra gomito e prima nocca del dito medio) cioè la postura idealmente necessaria per le caratteristiche della propria struttura anatomica. Harmon (scienziato americano) nelle sue ricerche rilevò che l’intervallo dagli occhi al quale le due mani possono lavorare con la massima efficienza in combinazione con gli occhi stessi corrisponde alla distanza fra il gomito e il pugno chiuso. In circa 40.000 misure, eseguite su individui con normali capacità visive (Texas, 1940), escluse pochissime eccezioni, la differenza fra questa dimensione e quella della reale linea di sguardo non si rivelò maggiore di + o – 3 cm.
Afferma l’optometrista Rossana Bardini nella sua pubblicazione “Analisi e trattamento dei problemi visivi in Optometria Comportamentale” :
il perdurare di un problema di rendimento accompagnato da manifestazioni astenopiche, nei casi in cui il sistema d’azione dell’organismo si trovi continuamente a confronto con impegni di tipo prossimo-esoterico, potrà produrre una serie di tensioni a carico dei seguenti organi:
- colonna vertebrale: 1° e 2° vertebra cervicale; 1° , 2° e 12° vertebra dorsale; 1° vertebra lombare; zona sacro iliaca;
- apparato circolatorio: affaticamento generale;
- apparato digerente: difficoltà digestive; nervosismo; mal di testa; vampate di calore;
- apparato respiratorio: mal di movimento (es. mal d’auto); stordimenti; vertigini; agoragofia.
Recenti studi (eseguiti da ortodonzisti, osteopati e optometristi presso la I.A.P.N.O.R. (International Academy of Posture and Neuromuscolar Occlusion Research)) svolti presso la facoltà di Medicina dell’Aquila e successivamente nella pratica clinica,
hanno evidenziato come mal di testa, di schiena, dolori ai denti che coinvolgono il V° nervo cranico (trigemino) possono essere causati da problemi dell’apparato visivo e risolti con l’aiuto optometrico.
Problemi di rendimento privi di manifestazioni astenopiche
Se il problema di rendimento non è accompagnato da astenopia i sintomi che il soggetto lamenta saranno:
Inefficacia nella lettura: lentezza, regressioni, dover rileggere il testo più volte, riduzione di comprensione, riduzione di attenzione, abbandono della lettura, riduzioni di memoria, deficit delle capacità visuo-motorie.
Eccessiva lentezza nell’eseguire i compiti. Risultati scolastici mediocri, inferiori alle possibilità dell’individuo.
L’individuo con questo tipo di problema possiede spesso una buona acutezza visiva ma legge ad una distanza eccessivamente ravvicinata (REVIP) in rapporto alla distanza di Harmon.
Il non riuscire a leggere e comprendere con rapidità, in una società che discrimina ed emargina gli individui disinformati e non acculturati e in cui la notizia stampata costituisce uno dei mezzi più immediati di comunicazione massificata, genera nell’individuo un senso di umiliante frustrazione che egli tende a rimuovere autoconvincendosi appunto di avere scelto liberamente la propria condizione di non lettore.[…]Molti bambini in età scolare vengono rimproverati di disattenzione e svogliatezza dai loro insegnanti e dai propri genitori. La scuola sembra non interessarli affatto; la lettura è lenta e penosa, i compiti vengono svolti con estrema fatica, lo studio non è proficuo, i risultati generali appaiono mediocri o deludenti. Spesso si tratta di bambini normalmente intelligenti o perfino con un grado di intelligenza superiore alla media, tuttavia il loro fallimento scolastico si ripete puntualmente come una calamità alla quale sembra impossibile poter sfuggire. Tali bambini necessitano più di chiunque altro di un’accurata Analisi Visiva in quanto l’inadeguatezza al pressante impegno intellettuale, continuamente sollecitato dal funzionamento di strutture sociali preposte alla loro formazione culturale, dipende frequentemente dalla presenza di problemi visivi latenti che l’optometrista sarà in grado di identificare mediante la valutazione qualitativa delle abilità visive, visuomotrici e psicomotorie del soggetto. ….I problemi di rendimento non dipendono dall’eventuale presenza di ametropie. Essi infatti sono denunciati nella stessa misura sia da soggetti ametropi (ipermetropi, miopi, astigmatici ecc.) che da soggetti emmetropi o paraemmetropi ed ortoforici. La loro origine ha sede in un insufficiente sviluppo o esercitazione delle abilità visuopercettivomotorie; pertanto la compensazione del deficit visivo non assicura la scomparsa dei disturbi che potranno invece essere combattuti e totalmente eliminati per mezzo di procedimenti rieducativi orientati a ristabilire la compromessa funzione delle abilità suddette. “ (R. Bardini)
I soggetti che hanno problemi di apprendimento o grafico-lessici presentano generalmente una ottima acuità visiva a distanza, ma un REVIP (riflesso visuo-posturale: distanza a cui pongono il libro per leggere) molto corta (naso sul libro), tutte le manifestazioni descritte sopra in “inefficacia nella lettura” ad eccezione del deficit delle capacità visuo-motorie.
Afferma il Prof. A. Bastien (Università di Montreal – Canada):
spesso sono iperattivi, in maggioranza di sesso maschile, fanno confusione fra lettere di forma simile ma opposte nel loro orientamento spaziale: per es. b e d, p e q;
- fanno confusione fra lettere di forma simile: per es. O e G, F e P
- inversione dell’ordine di lettere in una parola: per es. li invece di il; al invece di la; vaca invece di cava
- inversione dell’ordine delle parole in una frase;
- confusione di una parola con un’altra
- omissione di una parola in un testo
- inversione dell’ordine delle cifre: per es. 54 invece di 45; 1985 invece di 1958
- capovolgimento spaziale nel tracciato (scrittura capovolta)
Sono problemi che derivano soprattutto dalle capacità psico-motorie, dallo schema corporeo. Il bambino che non riesce a controllare se stesso non riesce a controllare ciò che fa. Sono stati già esaminati dallo psicologo, psico-pedagogo, neurologo, ecc. Secondo Bastien
l’approccio è psico-motorio e si basa sulla ricostruzione dello schema corporeo tramite la ripresa – con il training – delle tappe dello sviluppo motorio.
Divenuto padrone del proprio corpo (sistema d’azione), il bambino diviene padrone delle proprie azioni.